Sebastian Giovinco aveva già dato la scossa contro il Chelsea, contro il Bologna ha dato una spinta decisiva alla rimonta-vittoria.
Anche grazie a un suo grande gol. É stata la prima standing ovation tributatagli dal pubblico dell'Olimpico di Torino. Che lo ha spesso coccolato e atteso come il nuovo messia del calcio, abbagliato dalle magie mostrate in Primavera.
Fino a sabato sera, però, Giovinco detto la Formica Atomica aveva giocato a intermittenza: pochi minuti qua e un po' di più là, una buona giocata e qualche pausa di troppo.
Un ruolo - quello di esterno sinistro di centrocampo - che non è tutto nelle sue corde e una squadra che non sempre l'ha supportato a dovere, prigioniera di un modulo e di equilibri non facili da sovvertire.
" Forse non tutti, al mio posto, avrebbero resistito - ha dichiarato pochi minuti dopo a fine della partita contro il Bologna - Io però ho sempre creduto di poter trovare spazio anche in prima squadra: i dubbi ce li avevano gli altri, semmai ."Detto così, tutto d'un fiato. e non è la prima volta: consapevolezza, autostima, voglia di emergere e di non sentirsi inferiore a nessuno.
Ma, ancora: desiderio di sentirsi ed essere protagonista nella squadra in cui è cresciuto e per la quale ha ovviamente sempre fatto il tifo, avendo come idoli prima Platini, poi Roberto Baggio e infine Del Piero.
Nel vivaio bianconero ci è entrato all'età di sette anni - lui che è nato e risiede a Beinasco, paesino attaccato a Torino dove vive ancora con la famiglia: papà siciliano, mamma calabrese e fratello Giuseppe che gioca nella Primavera della Juventus - seguendo tutta la trafila e vincendo uno scudetto con la Berretti e uno con la Primavera, più un Torneo di Viareggio.
Su di lui si è spesso detto
" gran talento, ma con quel fisico dove vuole andare? ". Lo ha pensato anche il Toro: " Mi hanno semplicemente detto "con la palla te la cavi, ma è meglio se lasci perdere: sei troppo basso
" - ha raccontato lui stesso in varie occasioni - e dire che il calcio ha visto tanti piccolini mica male: Maradona, Zola, Messi, Xavi ".Paragoni scomodi e pesanti. Meglio guardare all'oggi. a una Juve da prendersi il più spesso possibile, a un allenatore e una dirigenza da convincere che non vale poi la pena andare a spendere troppi soldi per uno straniero che diventi l'erede di Nedved.
" Provo a migliorare anche in fase difensiva, pur essendo consapevole dei miei limiti. É ovvio che io dia il meglio di me con la palla tra i piedi, però credo di essermi applicato anche in fase di non possesso". Seconda punta, trequartista, esterno di centrocampo nel 4-4-2: il futuro di Giovinco - ragazzo che viene dalla strada e che per strada torna appena può: niente discoteche alla moda, niente Formentera e, semmai, la piadineria da frequentare con i vecchi amici nel centro commerciale vicino casa - è questo, bisognerà capire se a tempo pieno o solo parttime.
Su di lui la Juve ha dimostrato di credere prolungandogli il contratto fino al 2011 a cifre intorno al milione a stagione:
" Aveva già acceso la miccia nel finale della partita contro il Chelsea - ha confermato Ranieri - Contro il Bologna è stato davvero super ."Se ne sono accorti tutti e adesso la curiosità si sposta ai prossimi impegni: con il possibile rientro di Nedved e l'addio alla Champions League, le occasioni potrebbero rarefarsi.
Di sicuro, non sarà facile accantonarlo in tutto e per tutto dopo quanto mostrato contro Chelsea e Bologna.
Domenico Latagliata
Corriere dello Sport Lunedì 16 Marzo 2009
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