lunedì 16 marzo 2009

Gran talento, ma con quel fisico dove vuole andare?

Il distacco dall'Inter resta a sette punti ma la Juventus ha una risorsa in più nel lungo sprint che porterà ad as­segnare questo scudetto.
Sebastian Gio­vinco aveva già dato la scossa contro il Chelsea, contro il Bologna ha dato una spinta decisiva alla rimonta-vittoria.
An­che grazie a un suo grande gol. É stata la prima standing ovation tri­butatagli dal pubblico del­l'Olimpico di Torino. Che lo ha spesso coccolato e atteso come il nuovo messia del calcio, abbagliato dalle ma­gie mostrate in Primavera.
Fino a sabato sera, però, Giovinco detto la Formica Atomica aveva giocato a in­termittenza: pochi minuti qua e un po' di più là, una buona giocata e qualche pau­sa di troppo.
Un ruolo - quello di esterno sinistro di centrocampo - che non è tutto nelle sue corde e una squadra che non sempre l'ha supportato a dovere, prigio­niera di un modulo e di equilibri non fa­cili da sovvertire.
" Forse non tutti, al mio posto, avrebbero resistito - ha dichiarato pochi minuti dopo a fine della partita con­tro il Bologna - Io però ho sempre credu­to di poter trovare spazio anche in prima squadra: i dubbi ce li avevano gli altri, semmai ."
Detto così, tutto d'un fiato. e non è la prima volta: consapevolezza, autostima, voglia di emergere e di non sentirsi inferiore a nessu­no.
Ma, ancora: desiderio di sentirsi ed essere prota­gonista nella squadra in cui è cresciuto e per la quale ha ovviamente sempre fat­to il tifo, avendo come idoli prima Platini, poi Roberto Baggio e infine Del Piero.
Nel vivaio bianconero ci è entrato all'età di sette anni - lui che è na­to e risiede a Beinasco, paesino attaccato a Torino dove vive ancora con la famiglia: papà siciliano, mamma calabrese e fra­tello Giuseppe che gioca nella Primavera della Juventus - seguendo tutta la trafila e vincendo uno scudetto con la Berretti e uno con la Primavera, più un Torneo di Viareggio.
Su di lui si è spesso detto
" gran talento, ma con quel fisico dove vuole andare? "
. Lo ha pensato anche il Toro: " Mi hanno semplicemente detto "con la palla te la cavi, ma è meglio se la­sci perdere: sei troppo basso
" - ha rac­contato lui stesso in varie occasioni - e dire che il calcio ha visto tanti piccolini mica male: Maradona, Zo­la, Messi, Xavi ".
Paragoni scomodi e pesanti. Meglio guardare all'oggi. a una Juve da prendersi il più spesso possibile, a un allenatore e una dirigenza da convincere che non vale poi la pena andare a spen­dere troppi soldi per uno straniero che diventi l'erede di Nedved.
" Provo a migliorare anche in fase difen­siva, pur essendo consapevole dei miei limiti. É ovvio che io dia il meglio di me con la palla tra i piedi, però credo di es­sermi applicato anche in fase di non pos­sesso"
. Seconda punta, trequartista, esterno di centrocampo nel 4-4-2: il futu­ro di Giovinco - ragazzo che viene dalla strada e che per strada torna appena può: niente discoteche alla moda, niente For­mentera e, semmai, la piadineria da fre­quentare con i vecchi amici nel centro commerciale vicino casa - è questo, biso­gnerà capire se a tempo pieno o solo part­time.
Su di lui la Juve ha dimostrato di credere prolungandogli il contratto fino al 2011 a ci­fre intorno al milione a sta­gione:
" Aveva già acceso la miccia nel finale della par­tita contro il Chelsea - ha confermato Ranieri - Con­tro il Bologna è stato dav­vero super ."
Se ne sono ac­corti tutti e adesso la curio­sità si sposta ai prossimi impegni: con il possibile rientro di Nedved e l'addio alla Champions League, le occasioni potreb­bero rarefarsi.
Di sicuro, non sarà facile accantonarlo in tutto e per tutto dopo quanto mostrato contro Chelsea e Bolo­gna.
Domenico Latagliata
Corriere dello Sport Lunedì 16 Marzo 2009

Nessun commento: